Marconi e la Stampa
I primi articoli pubblicati
su quotidiani italiani
che descrivono i successi Marconi
Riproduciamo
integralmente il primo articolo pubblicato sul quotidiano "il Resto
del Carlino"
che parla di Guglielmo Marconi. Il quotidiano e' datato 22 dicembre
1896.
IL TELEGRAFO SENZA
FILI
L'importante invenzione di un bolognese
In un recente
numero della "Neue Freje Presse" venne pubblicata una corrispondenza
da Londra nella quale si riferiva intorno alla nuova invenzione del
telegrafo senza filo fatta cola' da un giovane italiano, certo Marconi.
Questi in un pubblico esperimento dato giorni sono a Tamber Hall, col
proprio apparecchi otenne ottimo successo ed il pubblico lo acclamo'
clamorosamente. In che consista questa nuova invenzione diremo piu'
sotto, intanto ci affrettiamo a constatare, con la massima soddisfazione,
che il Marconi e' nostro conprovinciale, giache appartiene a distinta
famiglia di Pontecchio, in comune di Sasso. Guglielmo Marconi, cosi'
si chiama e' nato nel 1875 da Giuseppe tuttora vivente e dalla di lui
consorte signora Jameson, oriunda inglese. Il Marconi e' quindi fratello
ex patre del signor Luigi Marconi che, che durante vari anni, fu consigliere
comunale di Bologna. Il Marconi, fin dagli anni della fanciulezza, diede
prova di possedere una spiccata inclinazione agli studi scietifici.
Senza alcun maestro, col solo sussidio dei libri, egli si diede allo
studio delle scienze fisiche, riuscendo ben presto espertissimo nel
ramo della elettricita', ed in cio' egli e' un interessante esempio
di autodidatto. Procurandosi macchine ed apparecchi nella sua villa
detta il Griffone presso Pontecchio, il Marconi si applicava con la
massina assiduita' a fare esperimenti elettrici, tendendo in ispecial
modo a produrre un nuovo sistema di telegrafia senza fili, mediante
una ingegnosa applicazione delle celebri esperienze di Cornelius Herz
sulle onde elettriche e sul loro modo di propagarsi, servendosi di speciali
specchi ricurvi coi quali si proponeva di riflettere le onde elettriche
a notevoli distanze, in modo da fare servire alla trasmissione dei segnali
telegrafici Morse. Dopo tre anni di continui esperimenti, egli nel principio
dell'anno corrente riusci' ad ottenere risultati soddisfacentissimi,
ed allora delibero' di recarsi a Londra, ove ogni grande iniziativa
trova sempre appoggio ed incoraggiamento. Cola' giunto, essendo assai
versato nella lingua del paese, si presento' all'ingegner Preece, direttore
generale dei telegrafi e dei telefoni del Regno Unito, e gli espose
i suoi esperimenti. Dei medesimi ben presto ebbero ad occuparsi i giornali
tecnici e quelli politici, e degli uni e degli altri siamo in grado
doo porgere alcuni interessanti estratti, dai quali e dato rilevare
in modo particolareggiato i dettagli della nuova invenzione. Si leggeva
infatti nel Times del 23 settembre 1896: "Alla Societa' Britannica
delle scienze (sezione Fisico-Matematica), mediante l'assistenzadel
signor Preece, il Marconi ha continuato i suoi esperimenti in Londra,
e nelle pianure di Salissbury, riuscendo a produrre onde elettriche,
e proiettando da uno specchio parabolico ad un altro alla distanza di
quattro miglia inglesi. Queste onde elettriche colpiscono un apparecchio
ricevitore e fanno agire un "realy" producendo i segnali Morse". Il giornale The Electrium, dell 25 suddetto, pubblicava: "Nell'adunanza di martedi', 22 settembre 1896, della sezione A dell'associazione
Britannica delle scienze a Liverpool, il signor Preece, dichiaro' nel
corso della discussione dell'apparecchio sulla relazione delle onde
elettriche del professore Chunder Bose, che un giovane italiano, il
signor Marconi, gli aveva descitto degli esperimenti, coi quali per
mezzo delle onde di Herz aveva trasmesso dei segnali ad una distanza
considerevole, ecc. ecc. Per ora non si puo' ottenere altra informazione
tecnica, ma noi confidiamo che il signor Preece, fra non molto, vorra'
essere tanto buono di dare al mondo elettrico qualche spiegazione piu'
estesa. Molti di noi vorremmo sapere la natura dell'apparecchio trasmettitore
e ricevitore: senza dubbio impulsi elettrici, corti e lunghi possono
essere trasmessi, interponendo meccanicamente adatti riflettori elettro-magnetici
fra le sorgenti d'energia e il ricevitore; ma il sig. Marconi avra'
fatto un radicale e nuovo punto di partenza nei contatti ("coheres") se si puo' prestare fede all'apparecchio ora avvolto in un mistero,
e nascosto nella pianura di Salisbury. "Fin qui' i contatti sono
stati quasi troppo sensibili, e un po' capricciosi nel modo di comportarsi,
ed hanno richiesto martellate meccaniche per ridonare loro la qualita'
di alta e grande resistenza". Dal giornale Electrical Engineer
del 23 settembre 1896 rileviamo: "Durante la discussione sull'interessante
lavoro del prof. Chander Bose a liverpool il signor W.II.Preece espose
i seguenti esperimenti: "Il signor Marconi qualche tempo fa si
rivolse agli ufficiali postali riguardo una invenzione per la trasmissione
di segnali senza fili." I primi esperimenti furono eseguiti sul
culmine dell'ufficio postale "St.Martinsle Grand". Il signor
Preece non aveva facolta' di spiegare tutti i particolari dell'apparecchio,
ma furono adoperati con rocchetto di Runkorf di 10 pollici di diametro
con un cumulatore Lodg, e con riflettore parabolico." I primi
esperimenti fecero cosi' buona riuscita, che l'apparecchio fu trasportato
nella pianura di Salibury (distante 50 miglia da Londra) e coll'assistenza
del signor Kempe, ed altri ufficiali dell'esercito, furono fatte altre
prove; con questi istrumenti, imperfetti, i primi fatti dall'inventore,
sono riusciti a trasmettere segnali alla distanza di 4 miglia inglesi.
Fra poco tempo saranno fatti ulteriori esperimenti e si potra' confermare
che queste onde di Herz saranno di grande utilita' in molti casi.
Dopo esperimenti viene in ordine cronologica l'altro fatto a Tamber
Hall, al quale abbiamo accennato in principio, e che ha dato ottimi
risultati ed e' stato accolto da battimani dal numeroso pubblico presente.
Marconi ha gia' ottenuto il brevetto di privativa della sua invenzione
per gli Stati d'Europa, ed ora lo ha chiesto per la Cina e' il Giappone.
Non v'e' chi non regga quanto questa invenzione del Marconi sia realmente
importante specie dei perfezionamenti che vi si potranno introdurre
in progresso di tempo.
Il telegrafo senza fili riuscira' di grandissimo vantaggio per gli eserciti
in tempo di guerra, servira' di sicuro controllo, ai segnali dei semafori
marini, ed e' con viva compiacenza che registriamo la nuova scoperta
di questo giovane bolognese, il quale promette di recare tanto incremento
alla scienza in cui gia' primeggio' il nostro grande Galvani.
Tratto da: il Resto
del Carlino - 22 dicembre 1896
Il 23 Dicembre 1896 appare su la "Tribuna" di Roma la prima
intervista rilasciata da Guglielmo Marconi a un giornalista italiano,
il corrispondente da Londra, Olindo Malagodi. Ecco il testo dell'intervista:
-Qual e'
il carattere e lo scopo della sua scoperta e come Le e' accorsa?-
"La mia scoperta-mi ha risposto il giovane elettricista-non contiene
nessun principio nuovo: ma applicazioni ed estenzioni di principi gia'
conosciuti. Essa si e' formata nella mia mente a poco a poco. Io del
resto non ho pensato di sfruttarla subito e non mi aspettavo di vederla
accolta improvvisamente con tanto interesse dalla stampa inglese. La
conferenza del signor Preece mi ha ora involto in una voluminosa corrispondenza..."
-Mi vorrebbe spiegare, nella forma piu' popolare possibile, la sua invenzione
e im principi scientifici sui quali si e' basata?-
"Volentieri. L'Hertz aveva gia' da tempo scoperto dei raggi elettrici,
o vibrazioni che si estendevano in linea retta netta come i raggi luminosi
ed avevamo come come questi la proprieta' di rifrazione, eccetera, ed
era pure riuscito ad ottenere gli effetti di questi raggi su degli apparecchi
che si chiamavano i risonatori di Hertz. Ma gli effetti ottenuti dall'hertz
non sorpassavano la distanza di cinquanta metri. Inoltre, quantunque
traversassero parecchi ostacoli, erano intercettati da una lastra metallica
o da un ammasso di terra. Io dunque, pensando prima solo a questo problema,
cercai di ottenere uno svelatore piu' sensibile e per cosi' dire di
rafforzare la potenza di questi raggi. Ed infatti sono riuscito a fare
che queste vibrazioni elettriche agissero ad una distanza di tremila
e cinquecento metri, settanta volte piu' che la distanza dell'hertz.
In secondo luogo ho ottenuto che queste vibrazioni agiscano traverso
le lastre mettaliche e a traverso un amontagna cosi' facilmente come
a traverso l'aria. Questo fatto e' importante perche' a delle distanze
di pochi chilometri, quando nessun ostacolo si frapponga, si possono
usare altri mezzi di comunicazione ed il mio sarebbe superfluo. L'idea
della comunicazione telegrafica per mezzo di questa forza e senza fili
metallici mi venne piu' tardi nell'estate del 1895 mentre mi trovavo
ai Bagni di Andorno". "L'ostacolo che si presento' allora fu
che l'azione di queste vibrazioni era troppo debole e non riusciva a
mettere in moto la macchina telegrafica. Ma riuscii a vincere anche
questa difficolta'. Io pensai che se queste vibrazioni non erano abbastanza
potenti per agire esse direttamente, lo sarebbero abbastanza per mettere
in azione un'altra forza elettrica. Per spiegare idea usero' di una
similitudine semplice. Il macchista a vapore non ha messo la forza di
mettere in movimento le ruote della macchina?
Ma pure egli con l'azione che richiede pochissima forza apre un rubinetto
e con cio' sprigiona la forza del vapore, la quale agisce. Io ho pensato
a far fare a queste vibrazioni elettriche deboli laparte che fa il macchinista
nella macchina a vapore: io le faccio agire su una pila che travasi
conessa alla macchina a telegrafica ottenendo cosi lo sprigionamentodella
forza necessaria per agire su questa".
-Mi vorebbe parlare ora delle coseguenze e delle applicazioni pratiche
della sua scoperta?-
"E' difficile prevederle tutte. Intanto Le indichero' quelle che
ora sta tentando il governo inglese. La mia invenzione si crede applicabile
soprattutto nella guerra, nelle operazioni militari e nella Marina.
Nella guerra questo telegrafo senza fili rendera' possibili le comunicazioni
rapide e facili fra corpi di esercito che si trovino separati da montaghe
come avvenne alla battaglia di Adua, Piu' importanti pero' saranno le
applicazioni alle cose navali. Quando uno di questi apparecchi si trovera'
applicato ad un faro e le navi abbiano il loro svelatore, appena la
nave entrera' nel cerchio di tre o quattromila metri nel quale la forza
di queste vibrazioni elettriche agisce, una campagna d'allarme sara'
subito messa in movimento. Questo e' importante per le notti piovose
e nebbiose, quando la luce dei fari non e' veduta. Si avra' questo modo
un faro ad azione elettrica, immancabile, invece di quella ad azione
luminosa, cosi' incerta. Nello stesso modo si potranno evitare gli scontri
delle navi eccetera".
-E' questo sistema potra' essere usato per le comunicazioni telegrafiche
ordinaria a grande distanza?-
"Teoricamente non ci sono impossibilita', ma certamente si dovranno
vincere molte difficolta' pratiche. Intanto si pensera' alle applicazioni
gia' possibili, ed al principio dell'anno nuovo si cominceranno a Pesanco
esperienze marine ordinarie del governo inglese".
Con questo ho chiuso la mia intervista. Il signor Marconi mi ha poi
fatto osservare, ed io ho dovere di riferirlo, che questa spiegazione
e' di carattere popolare, atta a dare un'idea semplice dell'invenzione,
ma che un puo' essere presa a base di critiche scientifiche, le quali
potranno aver luogo quando la teoria completa dell'invenzione e delle
esperienze verra' pubblicata.
Articolo tratto dal
"Resto del Carlino" (02/01/1902)
Gli esperimenti di Guglielmo Marconi - Ciò che egli stesso ne
dice
Palazzo Albergati
in via Saragozza a Bologna,
ove nel 1904 abitava la famiglia Marconi
Marconi in un gruppo di Giornalisti
a bordo dell'Elettra
Marconi Wireless
Station, Glace Bay, (Canada)
I primi articoli riguardanti Marconi pubblicati
sul quotidiano bolognese "il Resto del Carlino"
Primi esperimenti di Guglielmo Marconi 975 KB
Le onde radio attraverso l'oceano Atlantico 949 KB
I riconoscimenti di Bologna allo scienziato 994 KB
Le applicazioni pratiche - La morte di Guglielmo Marconi 1.034 KB
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