Comitato Guglielmo Marconi International - Fondato nel 1995

I diari di laboratorio di Guglielmo Marconi.

A Pontecchio Marconi sorge villa Griffone, che lega la propria fama ai lunghi soggiorni di Guglielmo Marconi, che qui compì i suoi primi esperimenti.
Costruita per la famiglia Griffoni nel XVII secolo, divenne proprietà dei Patuzzi ed in seguito dei Marconi, che la rilevarono dai precedenti proprietari nella seconda metà del XIX secolo. Dopo la morte dello scienziato l'edificio fu donato alla Fondazione Guglielmo Marconi, Ente Morale costituitosi per perpetuarne l'opera e la fama dello scienziato.
A poca distanza dalla villa venne costruito un Mausoleo per ospitarvi il corpo dello scienziato, commissionato all'architetto Piacentini e realizzato nel 1941. Bombardata nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la villa fu restaurata dal Baldini e dal Forlay. All'interno sono ospitati la Biblioteca ed il Museo dei Cimeli Marconiani, un distaccamento della Fondazione Ugo Bordoni (operante nel campo delle telecomunicazioni), e la sede staccata del Dipartimento di Elettronica Informatica e Sistematica dell'Università di Bologna.

La Villa Griffone completamente rifatta, con un timpano triangolare aggiunto alla parte centrale, come possiamo vederla ai nostri giorni, è oggi di proprietà della Fondazione Guglielmo Marconi


Pontecchio Marconi, Villa Griffone e il Mausoleo di Guglielmo Marconi. Luogo dove oggi riposa Guglielmo Marconi e sua Moglie Maria Cristina Bezzi-Scali Marconi, deceduta il 15-7-1994. Il Mausoleo Marconiano - opera dell'architetto Marcello Piacentini - posto ai piedi di Villa Griffone a Pontecchio Marconi. Nel centro si trova la cripta che conserva le spoglie del grande scienziato quì trasferite nel 1941 dalla Certosa di Bologna, sua città natale, dove erano state inviate con solenni funerali da Roma dopo la morte avvenuta il 20 luglio 1937.


La seicentesca villa, già dei Griffoni appartenente ai Patuzzi -a questo
momento risale il disegno- ed infine ai Marconi
(Fantuzzi, Bologna 1781 - 1832).


Villa Griffone in una foto d'epoca


Finestra di Villa del Griffone da dove Guglielmo Marconi lanciò il primo segnale radio,
prima dei lavori di restauro. (1947 circa)


Finestra di Villa del Griffone da dove Guglielmo Marconi lanciò il primo segnale radio
La stele e posta a Ovest della Villa


un'altra stele posta a Est di Villa del Griffone


La Pricipessa Elettra Marconi vicino al busto di Guglielmo Marconi,
realizzato nel 1940 dallo scultore Arturo Dazzi,
il quale si trova davanti a Villa Griffone.


Nel 1995, anno dedicato al centenario dell'invenzione della radio, siamo stati in grado di gettare nuova luce sulla formazione di Guglielmo Marconi grazie al ritrovamento di documenti di grande interesse. Si tratta di una serie di quaderni e fogli sparsi annotati dall'inventore della telegrafia senza fili quando aveva tra i diciassette e i diciannove anni di età (il materiale è stato identificato dal Dott. Giovanni Paoloni ed è conservato presso l'Accademia dei Licei di Roma). L'analisi dei nuovi documenti è determinante per delineare gli elementi più significativi della creatività marconiana. Le ricerche relative a questo materiale dovrebbero essere ancora in corso e ad esse prendono parte, Barbara Valotti, Maurizio Bigazzi, Anna Guagnini e Giuliano Pancaldi. Le pagine più interessanti di questo materiale sono contenute in quattro quaderni, nei quali il giovane Guglielmo Marconi, oltre a svolgere dettati ed esercizi di algebra, registrava le sue prime esperienze di elettricità e scriveva minute delle lettere inviate ai parenti negli anni 1891-1893.

Questi diari contengono molte cose interessanti, come ad esempio:

  • Gli abbozzi di nuove realizzazioni tecnologiche che gli venivano in mente;
  • Un sogno di una nuova fonte inesauribile di energia elettrica: sogno che fa pensare ai progetti odierni, per una fusione termonucleare controllata;
  • Tracce degli scienziati d'avanguardia che Marconi scieglieva a testimone delle sue prime invenzioni: sono citati i nomi dei professori Giotto Bizzarrini e Vincenzo Rosa entrambi di Livorno e Augusto Righi di Bologna;
  • Copie delle lettere che Marconi scriveva ai più noti produttori italiani di apparecchiature elettriche, per ordinare i prodotti tecnologici più sofisticati del tempo, per i suoi esperimenti;
  • Appunti che testimoniano il proposito di Marconi (appena diciottenne) di brevettare un nuovo tipo di batteria elettrica da lui concepita in quegl'anni.

Attraverso questi diari, si possono ricostruire le radici dell'attività scientifica di Marconi, nei quali ci sono alcune date: 4 Maggio 1892 - 21 Marzo 1892 e 22 luglio 1893.
I diari sono stati mostrati in pubblico in occasione dell'anniversario della nascita di Guglielmo Marconi in data 25-04-1994 a Villa Griffone (Pontecchio Marconi).



Elettra Marconi e suo Figlio Guglielmo Marconi,
osservano al computer i quaderni giovanili dello scienziato, illustrati da Giuliano Pancaldi

Sui quaderni giovanili scriveva di energia

"Nell'eseguire queste esperienze relative all'azione di diversi gas mi è sorta un'idea in mente che credo di avere in un certo modo realizzato. Nella pila l'elettricità viene fornita dall'azione chimica che ha luogo quando si chiude il circuito. Ora non esistono intorno a noi, in quantità che può dirsi infinita, due elementi capaci di combinarsi in certe condizioni e di somministrarci l'emergia eletttrica? Io intendo riferirmi all'ossigeno e all'azoto che costituiscono l'atmosfera. Facendo agire in opportune circostanze l'aria stessa su se stessa...".
La frase rimane interrotta, e quindi non sapremo mai quale fosse l'idea sperimentale per estrarre energia dall'ossigeno e dall'azoto. Certo doveva trattarsi di un sogno scientifico concepito da Guglielmo Marconi appena diciottenne: il sogno di trovare una fonte inesauribile di energia nell'atmosfera. La frase si trova in un documento inedito venuto alla luce da poco. Ce ne parla il professor Giuliano Pancaldi, storico della scienza all'Università di Bologna e collaboratore della Fondazione Marconi, mentre mostra quello che lui definisce uno "scoop" per gli studiosi: "Una serie di quaderni, databili 1892, scoperti nei depositi di una biblioteca pubblica romana. Quaderni eccezionali, degli anni in cui Marconi stava completando da privatista gli studi tecnici. Quaderni sconosciuti, che per la prima volta vengono ora studiati e mostrati al pubblico".
Alcune pagine del "quaderno blu" (dal colore della copertina) sono un tipico diario di laboratorio. In un angolo della pagina c'è disegnato un apparato sperimentale e, accanto, delle misure rilevate con un galvanometro. Ci sono anche evidenti tracce di bruciature, come se l'apparato che Marconi stava sperimentando avesse preso fuoco. Nel "quaderno verde" si trovano considerazioni personali sulla primavera, forse un'esercitazione scolastica. E poi ci sono le bozze di corrispondenze, come questa lettera al fratello: "Sono sempre molto occupato a studiare, specialmente la matematica, di cui prendo lezioni tre volte la settimana dal professor Bizzarrini. Ho consultato i programmi governativi delle materie richieste per ottenere la licenza dell'Istituto Tecnico o del liceo, come era desiderio del professor Righi. Io farò di tutto per superare questi esami...".
"Questi diari ci aiuteranno a ricostruire le radici della creatività scientifica di Marconi e del suo successo", riferisce il professor Pancaldi il quale, assieme al professor Giovanni Paoloni e ad altri studiosi, si sta dedicando a una minuziosa analisi di queste nuove testimonianze.

Dal Corriere della Sera, 22 maggio 1994


Alcuni quaderni del giovane inventore

Una pagina del quaderno "Blu" (dal colore della copertina)
In un angolo della pagina c'è disegnato un apparato sperimentale e, accanto, delle misure rilevate con un galvanometro. Ci sono anche evidenti tracce di bruciature, come se l'apparato che Marconi stava sperimentando avesse preso fuoco.
Quaderno di Appunti di Guglielmo Marconi, s.d. ma 1892 Accademia Nazionale dei Lincei, Carte Marconi, scat. 37 fasc. A1

La passione di Marconi per l'elettrotecnica è ben documentato nei suoi diari di laboratorio, ritrovati solo nel 1995. Il primo strumento nella foto, un motore molto particolare esposto al Museo Marconi, è stato ricostruito da Maurizio Bigazzi in seguito all'analisi di alcuni appunti presenti nei diari annotati da Marconi, all'età di 18 anni.


In questo quaderno è registrata l'attività sperimentale compiuta da Guglielmo Marconi sulle pile elettriche.
Quaderno di Appunti Guglielmo Marconi, s.d. ma 1892
Accademia Nazionale dei Lincei, Carte Marconi, scat. 37 fasc. A1


Un'altra interessantissima pagina dei diari di laboratorio di Marconi


Appunti di Guglielmo Marconi del 1893 relativi alla realizzazione di una pila
per la partecipazione a un concorso della rivista (L'Elettricità),

Accademia dei Lincei, Archivio Marconi, scatola 37, fasc. A1

In alcuni punti di questi quaderni assomigliano a taccuini di laboratorio: vi si leggono riferimenti a "esperienze interessantissime" e le registrazioni dei risultati degli esperimenti eseguiti tra il 1891 e il 1893, tutti relativi a pile. Di notevole interesse è una serie di pagine dedicate al primo progetto tecnologico intrapreso dal giovane Marconi: la partecipazione al Concorso internazionale per una nuova pila elettrica con premio di L. 2000, pubblicato per la prima volta su "L'Elettricità. Rivista settimanale illustrata" nel dicembre del 1891. Il concorso era stato indetto allo scopo di porre fine alla "mancanza tanto sentita di un elettromotore pratico ed economico".

Nel "quaderno verde" si trovano considerazioni personali sulla primavera, forse un'esercitazione scolastica. E poi ci sono le bozze di corrispondenze, e una lettera inviata da Livorno al fratello Alfonso. (probabilmente primavera del 1892)
Accademia Nazionale dei Licei, Carte Marconi, scat. 37, fasc. A1

Marconi descrisse il suo più recente progetto, e cioè la costruzione di una pila termoelettrica, In questa lettera scrisse:
"Ho tardato molto a darti, io stesso, mie notizie ma spero che mi scuserai. Sono sempre molto occupato a studiare, specialmente la matematica; di qui (sic!) prendo lezioni tre volte la settimana dal proff. (sic!) Bizzarrini di questo Ist(ituto). Ero anche avanti nella lingua francese ma essendosi ammalato di differite (sic!) il figlio del maestro ho dovuto sospendere le lezioni da un mese circa, e forse dovrò proseguire con un altro insegnante. Ho consultato i programmi governativi delle materie richieste per ottenere la licenza dell'Istituto Tecnico o del Liceo, come era desiderio del prof. Righi. Questi programmi sono molto complicati; Volendo ottenere la licenza dell'Istituto Tecnico (Sezione fisico-matematica) sono richieste quindici materie e per la licenza liceale undici. I candidati provenienti da scuola privata o paterna devono essere esaminati più rigorosamente degli altri, così per es(empio), coloro che anno(sic!) fatto il corso di studii regolarmente, nell'esame di latino devono fare una versione scritta dal latino in italiano mentre quelli che hanno studiato privatamente, oltre alla versione sopracitata, ne devono fare un altra (sic!) dall'italiano in latino. Io cercherò di fare di tutto per potere superare questi esami, e sarebbe anche necessario che questa estate al Griffone avessi un'insegnante capace di insegnarmi tutte le materie necessarie; forse non sarebbe difficile trovare uno studente dell'Università che potrebbe essere al caso.
I miei studi elettrici particolari vanno molto bene, essendo pervenuto a risultati soddisfacentissimi dal lato teorico ed industriale, e sono certo che l'ultima macchina che ho costruito merita una privativa industriale. Questo te lo potrà confermare anche il prof. Righi dopo che gli avrò tutto spiegato. Con i diversi studi e lavori mi trovo occupato per più di dieci ore al giorno, il che trovo alquanto faticoso. Da (sic!) un bacio per me a Giannino ed a Pierino che staranno bene; ed i miei saluti alla Letizia, e sperando di vedervi tutti presto e in salute mi affermo tuo aff. fratello
".

In realtà, i risultati non si dimostrarono così promettenti, ed il giovane inventore decise di abbandonare il tentativo. Tuttavia questo commento indica chiaramente che, ancora prima di iniziare le indagini sulle onde elettromagnetiche, Marconi era già ben consapevole di quanto fosse importante ottenere un riconoscimento legale della priorità della sua invenzione.

Fattura della Società Elettrica Industriale, 14 novembre 1893. Secondo l'interpretazione di Maurizio Bigazzi, il materiale oggetto dell'ordine consentirebbe di datare all'inverno 1893 il passaggio dell'attivita sperimentale di Guglielmo Marconi dall'elettrochimica alle onde hertziane. Accademia Nazionale dei Lincei, Carte Marconi, scat. 37, fasc. A1

La fattura inviata a Marconi presso la villa paterna dalla Società Elettrica Industriale di Milano, in data 14 novembre 1893, documenta l'acquisto da parte del giovane di un "liquido per saldare privo d'acido". La richiesta di questa sostanza è particolare poichè a quell'epoca i prodotti comunemente utilizzati per saldare erano dei liquidi che il giovane sarebbe stato certamente in grado di produrre spurgando una certa qualità d'acido con una una piccola lamina di zinco. Queste sostanze però lasciavano un residuo acido e quindi conduttore elettrico. Il particolare prodotto richiesto da Marconi, un liquido per saldare che non lascisse tracce elettricamente resistive, è molto interessante poichè fa supporre che al termine del 1893 Marconi iniziasse ad effettuare esperienze con apparecchiature impieganti onde elettromagnetiche. Nelle saldature di alcune parti del ricevitore di onde elettromagnetiche una resistenza elettrica lasciata dal residuo potrebbe infatti pregiudicare notevolmente la sensibilità dell'apparecchio. Questo documento permette quindi si stabilire uno sviluppo nell'attività del giovane Marconi. Riteniamo comunque che anche le esperienze precedenti, relative alle pile e all'elettricità (vi sono molteplici testimoniaze di altre esperienze eseguite da Marconi agli albori del suo interesse per le scienze, ripetendo alcuni degli esperimenti di Benjamin Franklin e di Luigi Galvani riportati anche sui testi divulgativi), forniscono informazioni decisive sulle conoscenze di cui Marconi si avvalse per la sua invenzione del 1895. L'attività di laboratorio svolta negli anni 1892 - 1893 gli permise di acquisire solide basi prevalentemente pratiche di elettricità, chimica e metallurgia. Le conoscenze nel campo dei metalli furono sicuramente determinanti per uno dei componenti del suo sistema di telegrafia senza fili: il coherer, rivelatore di onde elettromagnetiche.


Villa Griffone in una foto d'epoca


La collina dei Celestini vista da villa Griffone, in una vecchia fotografia.


La collina dei Celestini vista da villa Griffone, in una fotografia realizzata nel 1995

Minuta di una lettera di Guglielmo marconi alla cugina Daisy Prescott, Pontecchio, s.d.
(estate 1894?) Alcuni indizi presenti in altri documenti ritrovati, portano a datare questa minuta estate 1895
Accademia Nazionale dei lincei, Carte Marconi, scat. 37 fasc. A1

"Carissima Daisy, mi perdonerai se ho tardato molto a scriverti, ma tu ne avrai forse, indovinata la ragione, sapendo come sono sempre occupato coi miei esperimenti elettrici. Ho avuto sempre intenzione di scriverti ma sono arrivato, non so come, sino ad oggi senza darti io stesso mie nuove. Qui al Griffone fa molto caldo, e temo che sarà così peggio anche a Firenze. Domani accompagnerò Gigino ad Andorno, dove egli si reca a passare parte dell'estate. Io mi ci tratterò circa una settimana. Nel tornare a casa mi fermerò forse due giorni a Milano avendo bisogno di fare acquisti d'apparecchi elettrici. La mamma andrà ai bagni della Porretta lunedì prossimo e vi si tratterrà circa quindici giorni. Puoi immaginare il piacere e la contetezza che ci arrecano le buone nuove della salute della cara zia. Sono certo che il soggiorno che farà a Livorno gioverà a ristorarle la salute. Saluta tanto la Giorgina e la Laura, e non dimenticare il tuo aff.".


Tavolo di laboratorio di Guglielmo Marconi a Villa del Griffone
La Sala dei bachi ieri:
Il laboratoro di Marconi nella soffitta di Villa Griffone a Pontecchio, come fu lasciato da Marconi nel 1896
quando partì per Londra.



La Sala dei bachi oggi:
Al secondo piano di Villa Griffone, nella cosidetta stanza dei bachi,
nei pressi della finestra dalla quale venne lanciato il leggendario primo segnale radioelettrico,
è allestita una area espositiva con la ricostruzione del primo laboratorio di Marconi giovinetto
così come si presentava nel 1895.

Da recenti studi e documenti ritrovati, spicca quanto Marconi fosse legato a Pontecchio e che il vero maestro non fu, come molti credono, Augusto Righi, ma il professor Vincenzo Rosa di Livorno, città dove lo scienziato si recava in vacanze con la madre. Questi gli diede le basi della matematica, della fisica e della elettrologia, che risulteranno fondamentali a far si che lo scienziato, a soli 21 anni, pur non avendo seguito corsi scolastici regolari, approdasse all'invenzione della communicazioni senza filo, invenzione che risulterà la più importante del secolo.


Prof. Gabriele Falciasecca (attuale presidente della Fondazione Marconi)
Davanti alla ricostruzione del Tavolo laboratorio di Guglielmo Marconi


Barbara Valotti: Studiosa e ricercatrice dell'opera tecnico scientifica di Guglielmo Marconi



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