Fondato nel 1995
Storia della Radio:
2 e 27 marzo 1899
Due
ricorrenze che aiutano a comprendere la verita' sull'opera di Marconi
Lodovico Gualandi,
RAI Senior
Le
radiocomunicazioni furono possibili soltanto quando Guglielmo Marconi
elaboro' il primo sistema ricetrasmittente basato sulle ancora sconosciute
proprieta' di onde, di determinata lunghezza, e polarizzazione del campo
elettrico.
Nel lontano 1895, mancando ancora la possibilita' di amplificare elettronicamente
le deboli correnti oscillanti, la radiotelegrafia a brevi e a grandi
distanze era possibile solo adottando il Sistema Marconi che prevedeva
dei circuiti oscillatori di notevoli dimensioni spaziali.
Questi circuiti erano i soli che potessero permettere di sviluppare
sufficiente energia in trasmissione e presentare, come una grande finestra
nei confronti della luce, una sufficiente superfice o "area di
presa" del segnale.
Coloro i quali accettano l'errata opinione che Marconi abbia percorso
per caso e con fortuna una strada gia' aperta da altri, e nemmeno per
primo, non immaginano quanto siano lontani dalla verita' storica e dalla
realta' scientifica.
Uno dei maggiori ostacoli all'incomprensione dei primi eventi marconiani
ebbe origine dal fatto che, dopo il brevetto, si credette che gli strumenti
impiegati da Marconi, presentassero le stesse caratteristiche tecniche
degli strumenti gia' conosciuti, anche se questi erano concepiti per
esperienze che non avevano nulla a che vedere con le radiocomunicazioni.
Per dimostrare come questi siano solo pregiudizi crediamo sia sufficiente
ricordare solo alcuni fra i tanti episodi storici: dal 1897 al 1901,
i tecnici della Marina Militare Italiana, non riuscirono a stabilire
delle efficienti comunicazioni neppure a poche decine di chilometri
di distanza, quando in Inghilterra Marconi superava gia' le centinaia
e si apprestava a superare le migliaia di chilometri.
In data 17 luglio 1900, una relazione sui risultati ottenuti dalla R. Marina
italiana affermava:
"Siamo
sempre nel puro campo degli esperimenti, ne si puo' prevedere se e quando
il sistema uscira' da quei limiti per entrare nel dominio della vera
pratica"...
..."Con risultato assolutamente negativo si sono sperimentati i
trasformatori costruiti secondo i dati contenuti nel brevetto Marconi
N.7777".
firmato: Comandante Ernesto Simion.
Come
si puo' osservare, da quando Marconi aveva lasciato i suoi apparecchi
a La Spezia, di progressi ne erano stati fatti pochi.
Da questo documento storico dovrebbe risultare evidente che da quando
Marconi aveva lasciato i suoi apparecchi a La Spezia, in Italia, dopo
tre anni di tentativi, nessuno era riuscito ad apportarvi alcun perfezionamento
degno di rilievo.
Dalla dichiarazione storica del comandante Simion, risulta altresi'
che la corretta messa in opera dei quattro circuiti accordati simultaneamente
(due in trasmissione e due in ricezione), del brevetto 7777, doveva
poi rappresentare un'arte ingegneristica di non facile applicazione
pratica.
Le prestazioni degli strumenti marconiani si dovrebbero pertanto giudicare
sempre e solo dai risultati che egli sapeva ottenere. Dalla loro cioe'
effettiva resa in un determinato campo di impiego e non in base a delle
presunte analogie circuitali con altri strumenti. In questo modo non
si correrebbe il rischio di confondere gli strumenti di Marconi con
gli apparecchi di Branly, di Lodge e del russo Popov, o con i trasformatori
di Tesla, che essendo tutti strumenti elaborati per altre ricerche,
non presentavano quelle caratteristiche tecniche cosi' indispesabili
nel Sistema Marconi.
Caratteristiche inconfondibili che per rimuovere le assurde polemiche
sulla paternita' dell'invenzione della radio, i testi di storia della
scienza e della tecnica, dovrebbero doverosamente evidenziare.
Due importanti ricorrenze storiche
Il
2 marzo del lontano 1899, Guglielmo Marconi tenne all'Institute of Electrical
Engineers di Londra la sua prima conferenza sulla telegrafia senza fili,
in quell'occasione egli rivelo' una scoperta che, nel 1896, le regole
del Patent Office consigliavano di non rendere di pubblico dominio prima
di aver ottenuto il rilascio definitivo del brevetto.
La scoperta riguardava la legge fisica che governava la portata di una
trasmissione radiotelegrafica in funzione delle dimensioni spaziali
dei circuiti oscillatori verticali del suo sistema, della sensibilita'
del radioricevitore impiegato e della costante dielettrica del mezzo
attraversato: legge che molti lettori di Elettronica Flash avranno sicuramente
conosciuto per la prima volta, solo nel n° 180 dello scorso mese.
Contrariamente a quanto viene spesso riportato in molte monografie,
non corrisponde al vero che nel 1896, i componenti per realizzare un
sistema di telegrafia a onde elettriche esistessero gia' e che per dare
vita alle radiocomunicazioni sarebbe stato sufficiente assemblarli.
Per convincersi che e' una falsa opinione basta riflettere su questi
altri episodi storici significativi.
Nel mese di novembre del 1899 il ministro della marina americana invito'
Marconi ad eseguire delle dimostrazioni sulle unita' navali statunitensi
"New York" e "Massachussets". I risultati entusiasmarono
la Commissione americana formata da esperti e il ministro della marina
fece una dichiarazione di elogio a Marconi e al Suo Sistema. La dichiarazione
venne pubblicata sulla rivista "Navy and Army Illustrated".
Se fosse vero quanto viene riportato nelle maggiori Enciclopedie, e
cioe' che "Marconi, utilizzando gli apparecchi messi a punto
da A.S.Popov e D.E.E. Branly trasmise segnali a 1,5km di distanza (1895)"
si dedurrebbe che per realizzare la radiotelegrafia sarebbe stato
sufficiente assemblare i componenti elettrici gia' noti alla comunita'
dei ricercatori, ma si dovrebbe anche capire che la Marina da guerra
degli Stati Uniti d'America (una tra le tecnologicamente piu' avanzate
del mondo in campo elettrico), non avrebbe avuto bisogno di rivolgersi
a un giovane studioso italiano per realizzarla.
Anche la marina militare italiana aveva creduto di poter migliorare
in proprio il sistema, ma dopo quattro anni di inutili tentativi, dovette
rivolgersi a Marconi ancora una volta.
Se pertanto i maggiori esperti della marina italiana e americana non
erano in grado di ottenere dei buoni risultati neppure assemblando degli
strumenti gia' noti, si dovra' convenire che, a tutto il 1900, radiocomunicare
doveva rappresentare ancora una difficile arte ingegneristica.
Quando infatti, anche dopo aver imitato il suo sistema, i concorrenti
di Marconi non avevano ancora superato la fase delle prime incerte comunicazioni
con collegamenti a poche decine di chilometri di distanza, il 27 marzo
1899, Marconi stabiliva invece il primo collegamento radio internazionale
fra la Francia e l'Inghilterra.
I segnali arrivarono forti e chiari alla distanza di 130 chilometri;
coprendone 50 via mare e 80 via terra, fino a Chelmsford.
Come aveva potuto Marconi, in cosi' breve tempo, passare dai 2500 metri
di Villa Griffone ai 130 chilometri tra Francia ed Inghilterra, e dopo
soli altri tre anni raggiungere l'inaspettata e sbalorditiva portata
di 3400 chilometri?
Gli storici che dai testi scientifici non hanno mai potuto apprendere
le originali caratteristiche tecniche degli strumenti elaborati da Marconi
e la legge fisica da lui scoperta, pensano forse di poter supplire a
questa lacuna riportando i giudizi espressi a suo tempo da eminenti
scienziati (ritenendoli validi unicamente perche' anche tutt'ora continuano
a essere riportati nei testi piu' accreditati), senza rendersi conto
che quei giudizi non possono avere nessun valore, perche' vennero espressi
prima di sapere cosa Marconi avesse realmente inventato e scoperto.
Gli scienziati inglesi Oliver Lodge, Silvanus Thompson, il francese
Henry Poincare e l'italiano Augusto Righi, sapevano infatti che l'energia
raggiante scoperta da Hertz si sarebbe estinta completamente a poche
decine di metri dalle sorgenti conosciute, a quei tempi i loro giudizi
sembravano pertanto avere un ragionevole fondamento, ma dopo i risultati
ottenuti da Marconi quei pregiudizi dovevano essere rimossi.
L'errore di chi non seppe giudicare Marconi oggi puo' essere perdonato:
egli stava aprendo nuovi orizzonti che le teorie scientifiche dominanti
non lasciavano assolutamente prevedere.
Il valore degli scienziati che non poterono comprendere l'opera di Marconi
non puo' essere sminuito per questo, infatti, in altri versanti della
scienza, essi hanno sufficienti meriti per essere degnamente ricordati,
senza dover alterare la verita' sulle loro oggettive ricerche e sui
loro reali contributi scientifici.
L'inquinamento storico
Una
monografia edita a cura dell'ufficio storico della R. Marina italiana,
pubblicata nel 1927, ne esalta il contributo allo sviluppo della radiotelegrafia.
Anche in questo caso, volendo dire la verita' si deve riconoscere, come
si e' detto, che nel 1897 la marina militare italiana tento' di prevaricare
Marconi mentre solo nel 1902 gli venne offerta la possibilita' di effettuare
una campagna radiotelegrafica nei Mari del Nord, con una nave italiana,
e che questo avvenne dopo che l'Addetto navale presso l'Ambasciata italiana
di Londra aveva segnalato al nostro governo che l'Ammiragliato Britannico
aveva offerto di mettere a disposizione di Marconi un incrociatore.
In passato alcune errate opinioni su importanti eventi e personaggi
si poterono chiarire solo quando cessarono determinati condizionamenti
politici, ma per Marconi questo non si e' mai verificato: forse perche'
la scienza delle accademie e delle universita' ha sempre considerato
Marconi un "figlio illegittimo", e non amandolo, non lo ha
mai nemmeno compreso.
Nessuno puo' negare che a livello universitario sia assolutamente trascurato
l'apprendimento del contributo offerto alla scienza da Marconi e questo
contribuisce tuttora a impedire la corretta informazione sulla sua opera,
anche in altri ambienti culturali.
Nemo profeta in patria
Nell'aprile
del 1898 il prof. Adolf Slaby scrive quanto segue:
"Nel gennaio 1897, quando le notizie dei primi successi di Marconi
si diffusero sui giornali, mi trovavo io stesso interamente impegnato
con problemi simili. Io non ero riuscito a telegrafare a piu' di un
centinaio di metri attraverso l'aria, e quindi mi apparve subito chiaramente
che Marconi doveva avere aggiunto qualche altra cosa - qualche cosa
nuova - a cio' che era gia' noto, dal momento che egli era stato capace
di raggiungere distanze misurabili a chilometri. Decisi di recarmi immediatamente
in Inghilterra dove il servizio governativo dei telegrafi stava compiendo
esperimenti su larga scala. Il Sig. Preece, capo del General Post Office,
con la massima cordialita' ed ospitalita' mi permise di prendervi parte,
e in verita' cio' che io vidi era qualche cosa di completamente nuovo.
Marconi ha fatto una importante invenzione. Egli lavora con mezzi dei
quali nessuno prima di lui aveva interamente compreso l'importanza.
Soltanto in questo modo noi possiamo spiegare il segreto del suo successo.
Nei giornali tecnici e' stato fatto il tentativo di negare la novita'
del metodo di Marconi. E' stato citato che la produzione delle onde
Hertziane, la loro propagazione attraverso lo spazio, la costruzione
del "coherer", erano cose gia' note prima. E' vero: tutto
cio' era conosciuto anche da me, eppure io non sono mai stato capace
di superare un centinaio di metri. Marconi ha realizzato in primo luogo
una intelligente apparecchiatura che, con l'uso di sistemi semplicissimi,
permette un risultato tecnico sicuro. In un secondo tempo Egli ha dimostrato
che questa specie di telegrafia si puo' agevolmente effettuare, da una
parte con la connessione dell'apparato a terra, dall'altra con l'uso
di conduttori verticali. Con questo metodo semplice quanto ingegnoso,
Marconi ha accresciuto di un centinaio di volte il potere radiante delle
forze elettriche."(1)
(1)
Testo tratto da: "The Century illustrated monthly magazine",
55 (n. s. 33), 1897-1898, pp. 867-874
figura
1 - Questa e' l'inconsapevole accusa di plagio scientifico apparsa il
3 febbraio 1998 sul quotidiano "LA STAMPA" di Torino. Marconi
viene accusato di aver rubato l'idea della prima radio a uno scienziato
indiano: l'episodio, secondo il corrispondente della testata giornalistica,
risalirebbe al 12 dicembre 1901. Una affermazione cosi' inconsapevole
non e' degna di una fonte come questa, ritenuta seria da molti italiani.
Una Redazione Scientifica dovrebbe almeno sapere che Marconi, la Sua
Prima Radio, la brevetto' a Londra, nel 1896.
figura
2 - Su invito del governo francese l'antenna fu eretta a Wimereux, nei
pressi di Boulogne. Il primo messaggio ufficiale venne ricevuto sulla
costa inglese a South Foreland, nei pressi di Dover.
Bibliografia:
- "La Telegrafia senza Fili":
conferenza pronunziata da Guglielmo Marconi il 2 marzo 1899 ad una riunione
della Institution of the Electrical Engineers di Londra. "Scritti
di Guglielmo Marconi" Roma, R. Accademia d'Italia, 1941, pp. 1 -
24
- Elettronica Flash:
n° da 1 a 12 del 1994; n° 1, 6, 12 del 1995; n° 151, 156 del 1996; n°
157 del 1997; n° 174, 176, del 1998; n° 180 del 1999.
Lodovico Gualandi
Articolo tratto
da: Elettronica Flash, marzo 1999,
pagina 51.
Per contattarci, cliccate qui Grazie.
© 1995-2012 by Comitato Guglielmo Marconi
The material on this page are the
responsibility of its author |