Comitato Guglielmo Marconi International - Fondato nel 1995


Guglielmo Marconi
Il Coesore o Coherer e l'antenna


Guglielmo Marconi



Coherer: Tipo di coesore Marconi 1894

Coherer rinvenuto nel 1919 in un mucchio di rottami presso la Villa Griffone a Pontecchio. poichè in quel luogo Marconi negli anni successivi non ebbe più occasione di fare soste prolungate, questo coherer deve essere stato da lui costruito, e verosimilmente scartato, prima della sua partenza per l'Inghilterra, all'inizio del 1896. Esso è del tutto simile ad un secondo esemplare che è esposto in un museo di Stoccolma con l'indicazione (Coherer di Marconi del 1896) e che è stato effettivamente usato. Il piccolo rivelatore, che una delle due figure riproduce ingrandito, ha reofori saldati sul vetro e all'interno elettrodi d'argento con una piccola quantità di limatura, che non presentano rivelanti ossidazioni. Il coherer, della lunghezza di un paio di centimetri, è montato su di un frammento di tubo di vetro di notevole spessore che funge da supporto, rigido e isolante.

Notare la mancanza del codolo per evacuare l'aria prima della chiusura alla fiamma.




Diversi Coherer a confronto:
Temistocle Calzecchi Onesti, Branly, Lodge, Marconi, Popov.
(Le immagini non corrispondono alla reale dimensione degli oggetti)

Dalla Conferenza pronuziata da Guglielmo Marconi il 2 marzo 1899 a Londra in una riunione della Institution of the Electrical Engineers.

"La “telegrafia senza fili” o telegrafia attraverso lo spazio senza fili di connessione è argomento che ha suscitato molta attenzione fin da quando furono resi noti i risultati delle prime esperienze da me effettuate in questo paese. Non mi propongo questa sera di esporre le mie idee o di discutere la teoria del sistema sulla cui base ho fatto tante prove, e grazie al quale io ho realizzato vari impianti. Vorrei invece sottoporvi notizie precise intorno a quanto è stato fatto da me e dai miei collaboratori in questi ultimi dodici mesi, nonchè alcuni dati sicuri relativi ai mezzi da me impiegati per ottenere tali risultati. Molto si è scritto su questo argomento, con maggiore o minore esattezza, e non credo che alcuno dei presenti sia completamente all'oscuro delle caratteristiche generali del sistema.
Prima di addentrarmi nella mia esposizione desidero dichiarare che ogni successo da me conseguito nella pratica applicazione della telegrafia senza fili è dovuto in molta parte alla preziosa collaborazione dei miei assistenti.
Credo, innanzi tutto, opportuno descrivere brevemente gli apparecchi.
Trasmettitore - Se vogliamo superare grandi distanze e se non è necessario che i segnali siano trasmessi in un sola direzione definita, io utilizzo per la trasmissione un dispositivo, illustrato dalla figura 1, nel quale due piccole sfere, connesse agli estremi del secondario di una bobina di induzione, sono collegate rispettivamente l'una alla terra e l'altra ad un conduttore verticale W, che chiamerò aereo.
Se invece è necessario dirigere il fascio dei raggi in una data direzione io preferisco far uso di un dispositivo simile all'oscillatore di Righi, posto lungo la linea focale di un adatto riflettore parabolico cilindrico f. (figura 6)
Il trasmettitore funziona nel seguente modo: quando si preme il tasto b, la corrente della batteria aziona il rocchetto c, che carica le sfere dell'oscillatore di Righi o il conduttore verticale W, che si scarica a sua volta attraverso lo spinterometro.



( figura 1 )

La scarica è oscillante, e il sistema delle sfere e il conduttore isolato si comportano come un radiatore di onde elettriche. Come è facile comprendere, abbassando il tasto per intervalli brevi o lunghi, si possono emettere brevi o lunghe successioni di onde, che, influenzano il ricevitore, producono in esso, secondo la loro durata, degli effetti brevi o lunghi, permettendo in questo modo la riproduzione dei segnali Morse o altri segnali emessi dalla stazione trasmittente.
Ricevitore - Uno degli elementi principali del mio ricevitore è il tubo sensibile o coesore, scoperto, credo di aver ragione nell'asserirlo dal Prof. Calzecchi-Onesti di Fermo, perfezionato da Branly e modificato da Lodge e da altri. L'unico tipo di coesore, che io ho potuto trovare sicuro ed efficiente per le trasmissioni a grande distanza, è quello progettato da me e illustrato nella figura 3. Esso consiste in un piccolo tubo di vetro, lungo 4 centimetri, nel quale vengono introdotti e fissati due poli metallici j1 e j2. Questi poli sono separati l'uno dall'altro da un piccolo spazio, parzialmente riempito da una miscela di limatura di nickel e di argento. Questo coesore è inserito in un circuito di cui fan parte una pila ed un relè telegrafico sensibile, inserito a sua volta in un altro circuito di cui fan parte un vibratore o "decoesore" p ed un apparato registratore h.


( figura 2 )

In condizioni normali la resistenza della limatura nel tubo j e infinita, o, in ogni caso molto grande, ma se detta limatura viene sottoposta all'azione di onde elettriche o impulsi, si produce in essa istantantaneamente un fenomeno di coesione e la resistenza si abbassa a 100-500 ohm. Ciò permette alla corrente della pila g di azionare il relè n.


( figura 3 )


( figura 4 )


( figura 5 )

Un estremo del tubo è conesso alla terra, l'altro ad un conduttore verticale simile a quello del trasmettitore. (figura 1) Se si adoperano invece i riflettori, una corta striscia di rame e connessa a ciascun etremo. (figura 6) La lunghezza di queste striscie deve essere determinata con esattezza giacchè buoni risultati non possono essere ottenuti se le loro dimensioni non sono tali da produrre l'esatta sintonia o accordo con le oscillazioni trasmesse.


( figura 6 )


( figura 7 )

Tutti di dispositivi elettro-magnetici del ricevitore hanno in parallelo resistenze anti-induttive in modo che non vi siano scintille sui contatti e brusche perturbazioni o impulsi prodotti dalla corrente della batteria locale prossimità del coesore.
Ho constatato che se mancano tali resistenze, si hanno disturbi, che impediscono al coesore di riacquistare la sua sensibilità dopo la ricezione delle oscillazioni elettriche.
Tale inconveniente non si produce se si utilizzano tali resistenze, ed attribuisco, in molta parte, all'azione di esse, i successi conseguiti con questo sistema.
Tra il coesore ed il relè sono inserite piccole induttanze di blocco K e K'. Esse obbligano la corrente oscillante, dovuta alle onde elettriche, a traversare il coherer anzichè consumare la propria energia nel traversare il circuito dell'avvolgimento del relè che è chiuso per la corrente alternativa. (figura 7)
Le osscillazioni indotte dalla radiazione provveniente dall'oscillatore sulle striscie k k o sul conduttore aereo W, che si comporta come un risonatore, agiscono sul tubo sensibile. Tale azione consiste, come ho detto nell'aumentare considerevolmente la conduttività del tubo; così il circuito viene ad essere chiuso e la corrente della pila fa funzionare il relè .
A sua volta il relè fa passare la corrente di un'altra batteria r più grande attraverso il martelletto o interruttore r e attraverso gli elettromagneti dell'apparecchio registratore h.
Il martelletto o vibratore è disposto in modo da battere sul tubo e scuotere la limatura in esso contenuta. Se, nell'istante in cui han luogo queste varie operazioni, le oscillazioni elettriche sul risonatore sono cessate, l'urto o la scossa data al tubo dal martelletto o riporterà la limatura al suo stato normale di alta resistenza, e l'apparecchio registratore segnerà un punto sulla striscia; ma se le oscillazioni continuano a brevi intervalli, la conduttività acquisita dal tubo j verrà interrotta solo per un istante dalla percussione del vibratore e immediatamente ristabilita dalle onde elettriche; quindi l'apparecchio telegrafico funzionerà nuovamente e così di seguito fin quando dureranno le oscillazioni emesse dal radiatore.
Il risultato pratico è che il ricevitore funziona fin che vien abbassato il tasto nella stazione trasmittente. Per ogni segnale anche breve, le armature del relè e il martelletto entrano in rapide vibrazioni dipendenti l'una dall'altra. Infatti è il relè che, entrando in funzione, fa funzionare il martelletto, ma questo con la sua azione interrope il relè.
L'armatura del registratore Morse è pittosto pesante ed ha una inerzia relativamente considerevole; essa non può quindi seguire le rapidissime vibrazioni della linguetta del relè, ma rimane in basso per tutto il tempo in cui dura la rapida azione intermittente della corrente nel ricevitore. In questo modo l'armatura dello stilo scrivente riproduce esattamente i movimenti del tasto del trasmettitore, linea per linea, punto per punto.
Si è affermato che i coesori sono di incerto e instabile funzionamento, ma io debbo confessare che non ho mai constatato ciò nelle mie esperienze. Se il coesore è ben costruito ed utilizzato in un adatto ricevitore, esso funziona in modo altrettanto sicuro e regolare quanto un qualsiasi altro dispositivo elettrico, come un elettro-magnete o una lampada ad incadescenza.
Io possiedo coesori costruiti tre anni or sono che funzionano oggi altrettanto bene, se non meglio di quanto funzionassero allora. Ho anche dei tubi che funzionano da mesi in istallazioni molto importanti senza dar mai luogo ad alcun inconveniente. Nella stazione eretta dalla mia società al faro di South Foreland che, come fose sapete, lavora in collegamento col battello-faro di East Goodwin, il coesore fu montato nel ricevitore nel dicembre dall'anno scorso, quando incominciammo il lavoro, ed ha sempre continuato a funzionare nel modo più soddisfacente.
Richiamo la vostra attenzione sullo scopo e sulla funzione del conduttore verticale W. È grazie alla sua aggiunta al complesso dei dispositivi, che ci è stato possibile di trasmettere telegrammi a grandi distanze, finora, credo di poter asserire, mai raggiunte con tutti gli altre metodi di trasmissione telegrafica attraverso lo spazio. Il modo col quale pervenni a determinare la grade importanza dell'aggiunta del conduttore W e della connessione di terra E agli apparecchi, fu il seguente:
(Traggo queste informazioni dalla copia di una lettera che scrissi al sig. Preece nel novembre 1896).
Quando nel 1895 effettuavo in Italia una serie di esperimenti, utilizzavo un oscillatore con un polo messo a terra a l'altro connesso ad una capacità isolata, mentre il ricevitore era anch'esso messo a terra e connesso ad una capacità simile. Le capacità erano costituite da cubi di ferro stagnato di trenta centimetri di lato, ed io constatai che quando esse erano poste alla sommità di una pertica di 2 metri di altezza, mi era possibile trasmettere i segnali ad una distanza di 30 metri. Con le capacità poste al sommo di pertiche di 4 metri di altezza potevo ricevere i segnali a 20 metri dal trasmettitore e con gli stessi cubi posti a 8 metri dal suolo, pur mantenendo immutato il resto, arrivano facilmente a distanze dell'ordime di 400 metri. Utilizzando cubi più grandi, di cm. 100 di lato, fissati ad un'altezza di 8 metri, si potevano ricevere chiari segnali in un raggio di 2400 metri, corrispondenti a circa un miglio e mezzo. Questi risultati sembrano indicare che un dispositivo trasmittente ed uno ricevente realizzati secondo lo schema della figura 1, e cioè un radiatore di tipo hertziano con polo messo a terra e l'altro collegato ad un conduttore verticale o quasi, oppure ad una superfice capacitiva posta ad una certa altezza, ed un risonatore costituito da un adatto ricevitore con i terminali connessi anch'essi l'uno a terra e l'altro ad un conduttore verticale isolato, costituiscono un sistema di trasmissione e di ricezione capace di funzionare a distanze superiori a quelle cui si giunse adoperando i normali radiatori e risonatori hertziani."...


Il battello faro East Goodwin su cui sono installati gli apparecchi di Marconi.
L'antenna è sospesa all'albero maestro.



( figura A ) Coesore o Coherer di Guglielmo Marconi.

Come si osserva, fra i due elettrodi d'argento che formano un piccolo interspazio a V,
c'è una minutissima quantità di polvere metallica. Marconi nel 1894 -ossia agli inizi- osservò
come riducendo al minimo la quantità di finissima polvere metallica,
la sensibilità del rivelatore diventava maggiore.
Il tubetto di vetro è saldato, per ottenere un leggero vuoto; il suo diametro è 5 mm.

 

Dalla Conferenza pronunziata da Marconi alla Reale Accademia Svedese delle Scienze, Stoccolma, 11 dicembre 1909, in occasione del conferimento a Marconi ed a Braun del Premio Nobel.

"Le scoperte relative alla propagazione delle onde elettriche a grande distanza e le applicazioni della telegrafia attraverso lo spazio, che mi hanno procurato l'alto onore di dividere il Premio Nobel per la Fisica, sono in gran parte la conseguenza le une delle altre.
L'utilizzazione delle onde elettriche per le comunicazioni telegrafiche senza filo fra regioni della Terra fra loro distanti, e le esperienze, che ho avuto la fortuna di poter svolgere su scala più vasta di quanto non sia ottenibile negli ordinari laboratori, hanno reso possibile di studiare fenomeni e di constatare risultati spesso nuovi e inattesi.
Ritengo che molti fenomeni, che si presentano nella trasmissione di onde elettriche su grandi distanze, non abbiano ancora avuto una spiegazione soddisfacente, e io mi propongo di esporvi in questa mia conferenza alcune osservazioni, che sembrano meritare l'attenzione degli studiosi di fisica.
Nel tracciare brevemente la storia del mio contributo alla realizzazione della radiotelegrafia, debbo dire che non ho mai studiato in modo regolare la Fisica e l'Elettrotecnica, per quanto fin da ragazzo abbia nutrito il più vivo interesse per questi argomenti.
Ho, tuttavia, seguito un corso di conferenze sulla Fisica tenuto dal compianto prof. Rosa a Livorno e posso asserire di essermi tenuto diligentemente al corrente di tutte le pubblicazioni di quel tempo relative ad argomenti scientifici comprendenti lavori di Hertz, Branly, e Righi.
Nella mia casa presso Bologna, in Italia, io intrapresi fin dal 1895 delle prove e delle esperienze volte a stabilire se fosse possibile trasmettere a distanza, per mezzo delle onde hertziane, segnali telegrafici e segni convezionali senza ricorrere alla connessione per filo. Dopo alcune esperienze preliminari con le onde hertziane io mi convinsi rapidamente che, se fosse stato possibile trasmettere e ricevere in modo sicuro e a distanze cosiderevoli queste onde ad altre simili, si sarebbe realizzato un nuovo sistemma di comunicazioni dotato di grandissimi vantaggi di fronte ai metodi a lampi di luce ed ottici, la cui pratica utilizzazione è tanto subordinata alle favorevoli condizioni atmosferiche.
Nelle mie prime prove ho adoperato un comune oscillatore di Hertz e, come rivelatore, un coesore di Branly; ma presto mi sono reso conto che il coesore di Blanly era troppo poco stabile e sicuro per una utilizzazione veramente pratica.
Dopo alcune esperienze scopersi che un coesore, costruito secondo lo schema rappresentato nella figura A e consistente in una limatura di nickel e argento posta fra due tappi d'argento in un tubo, era notevolmente sensibile e sicuro. Questo perfezionamento e il fatto di aver inserito il coherer in un circuito accordato con la lunghezza d'onda trasmessa, mi permisero di aumentare gradualmente a circa un miglio di distanza alla quale potevo azionare il ricevitore.
Un altro espediente, oggi assai conosciuto, al quale ricorsi, consistette nell'inserire il coesore in un circuito con una cella voltaica e con un sensibile relè telegrafico azionante un altro circuito che faceva funzionare un martelletto o vibratore. Con un tasto Morse inserito in uno dei circuiti dell'oscillatore o trasmettitore era possibile emettere successivi brevi o lunghe di onde elettriche, che azionavano il ricevitore a distanza e permettevano di riprodurre esattamente i segnali telegrafici trasmessi attraverso lo spazio dall'oscillatore.
Con tale apparecchio io potei telegrafare ad una distanza di circa mezzo miglio.
Alcuni perfezionamenti vennero ottenuti utlizzando riflettori sia per il trasmettitore sia per i ricevitori. Come trasmettitore feci uso allora dell'oscillatore di Righi.
Dette modifiche permisero di inviare segnali in una direzione definita, ma si dimostrarono prive di effetto se grandi ostacoli o colline si trovavano per caso interposte tra trasmettitore e ricevitore.
Nell'agosto 1895 scopersi un nuovo dispositivo che non soltanto aumentò notevolmente la distanza alla quale potevo comunicare, ma sembrò anche rendere la trasmissione indipendente dagli effetti degli ostacoli interposti.
Nel nuovo circuito, uno dei terminali dell'oscillatore di Hertz o produttore di scintille era connesso a terra e l'altro a un conduttore o ad una superfice capacitiva posta ad una certa altezza al disopra del terreno; anche al ricevitore uno dei terminali del coesore era connesso alla terra e l'altro ad un conduttore elevato. ( figura B & C )

( figura B ) ( figura C )

Cominciai poi a studiare la reazione fra la distanza alla quale il trasmettitore poteva azionare il ricevitore e l'altezza della superfice capacitiva al disopra del terreno; potei presto stabilire in modo certo che tanto più alte erano queste superfici o i conduttori, tanto più grande era la distanza massima alla quale potevo telegrafare.
Constatai così che, usando come conduttori elevati o superfici capacitive dei cubi di latta di circa cm 30 di lato, posti su pali alti 2 metri, potevo ricevere i segnali a circa 30 metri di distanza, Se ponevo invece i cubi a 4 metri di altezza ricevevo a circa 100 metri, se li ponevo a 8 metri ricevevo a 400 metri.
Con cubi più grandi di cm 100 di lato posti al un'altezza di 8 metri, si poterono trasmettere segnali a 2400 metri in tutte le direzioni.
Questi esperimenti furono continuati in Inghilterra, dove, nel settembre 1896, si coprì una distanza di miglia 1 e 3/4 nel corso delle esperienze effettuate a Salisbury per conto del Governo britannico. Nel marzo 1897 la portata della comunicazione fu aumentata a 4 miglia, e nel maggio dello stesso anno a 9. Alcuni messaggi registrati su strisce, trasmessi nel corso di queste esperienze e firmati dai funzionari del Governo britannico, che vi assistevano, sono qui esposti.
Per tutte queste prove veniva utilizzata energia elettrica di piccola potenza: la corrente ad alta tensione era infatti prodotta da un ordinario rocchetto di Ruhmkorff. I risultati ottenuti suscitarono il più vivo interessamento del pubblico, giudicandosi che le portate ottenute erano già degne di nota.
Come ho già spiegato, la caratteristica principale del mio sistema era quella dell'uso di superfici capacitive elevate o antenne collegate ad uno dei terminali degli oscillatori di alta frequenza e dei ricevitori, essendo l'altro terminale collegato alla terra.
Il valore pratico di questa innovazione non fu compreso per un considerevole periodo di tempo da numerosi fisici e i risultati da me ottenuti vennero erroneamente attribuiti all'accuratezza nei dettagli di costruzione del ricevitore e all'impiego di considerevoli quantità di energia.
Altri non trascurarono il fatto che un cambiamento radicale era stato introdotto portando queste capacità alte dal suolo e la terra a far parte degli oscillatori ad alta frequenza e dei ricevitori."...

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Descrizione dell'antenna fatta dallo stesso Marconi nella conferenza Nobel
tenuta alla Reale Accademia Svedese delle Scienze, Stoccolma, 11 dicembre 1909.

Ricostruzione dell'antenna usata da Marconi nel famoso esperimento del 1895,
allorchè il segnale radiotelegrafico lanciato da Villa Griffone superò la collina dei Celestini



Schema di un'apparato disegnato dallo stesso Guglielmo Marconi

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Un Coherer originale di Guglielmo Marconi

Discorso letto innanzi alla Reale Accademia di Scienze di Stoccolma,
l'11 dicembre 1909. (inglese)

Discorso letto innanzi alla Reale Accademia di Scienze di Stoccolma,
l'11 dicembre 1909. (italiano)


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