Nuovi ritrovamenti a Villa Griffone
le antenne del giovane Marconi
Tecnologia del passato
tra restauro e archeologia
Quasi
nulla è rimasto delle apparecchiature usate da Guglielmo Marconi
nel periodo pionieristico delle esperienze a Pontecchio. Per colmare
questa lacuna la Fondazione Marconi ha dapprima adottato una filosofia
simile a quella che si usa nel restauro di beni quando essi sono ancora
vivi, adatti a svolgere le funzioni per cui furono costruiti. Grazie
a questo disponiamo oggi di una collezione di queste prime materializzazioni
della radio, funzionanti, ricostruite correttamente dal punto di vista
storico e tecnologico, ove possibile con materiali d'epoca e comunque
sempre riproducendo i processi costruttivi originali. Più recentemente,
sulla base di notizie storiche attendibili, si è tentata la via
della vera e propria ricerca "archeologica". Sono state così
portate alla luce alcune parti di apparecchiature marconiane proprio
laddove, per l'uso che ne fu fatto, erano state collocate originariamente.
In questa breve pubblicazione viene illustrato questo ritrovamento ed
inquadrato il materiale reperito nel suo contesto storico e tecnico.
Gabriele Falciasecca
Presidente Fondazione Guglielmo Marconi
Apparato trasmittente
dei primi esperimenti di Guglielmo Marconi.
(Replica funzionante, Fondazione Guglielmo Marconi, Collezione Bigazzi)
E'
noto che Guglielmo Marconi trascorse buona parte della sua adolescenza
a Villa Griffone e che nella soffitta di quella bella casa paterna allestì
il suo primo laboratorio. In quel laboratorio, conosciuto come "stanza
dei bachi", poiché in precedenza in essa venivano allevati
bachi da seta, Marconi all'età di circa 16 anni iniziò
ad effettuare esperimenti di "elettrologia" e a 18 anni, nel
1892, compì il suo primo tentativo da inventore: la costruzione
di una pila elettrica da presentare a un concorso internazionale bandito
dalla rivista L'Elettricità. lì giovane Marconi era abbonato
a tale rivista ed essa fu la fonte principale delle sue conoscenze scientifiche.
Negli anni trascorsi nel laboratorio-soffitta, Marconi accumulò
preziose basi di elettrologia e di elettrochimica che si rivelarono
molto importanti per l'invenzione del suo sistema dì telegrafia
senza fili. Gli esperimenti che portarono Marconi alla sua celebre invenzione
furono iniziati nel 1894 e i primi successi nella trasmissione di comunicazioni
senza fili a mezzo di onde elettromagnetiche risalgono all'estate 1895.
In particolare, il superamento della collina dei Celestini situata nei
pressi di Villa Griffone viene indicato come il momento fondamentale
per la nascita delle radiocomunicazioni. Durante quell'esperimento,
il segnale venne lanciato da Marconi per mezzo di un'apparato trasmettitore
collocato in giardino e ricevuto dall'apparato ricevitore posto al di
là della collina dei Celestini. Villa Griffone e i suoi immediati
dintorni sono quindi un luogo storico e in essi è stata recentemente
effettuata una ricerca "archeologica" sul campo che ha dato
ottimi frutti. Tale ricerca ha un importante precedente nel lavoro svolto
da Adriano Ducati sulla base di informazioni ottenute da Antonio
Marchi, giardiniere di Villa Griffone negli anni in cui Marconi
svolse i suoi primi decisivi esperimenti. Questi riferì di avere
ricevuto l'ordine "dal Signorino" di scavare, in precisi punti
del giardino, delle fosse nelle quali furono collocate delle lastre
di rame e zinco. Due di queste lastre furono recuperate da Adriano Ducati
nel 1938. immediatamente dopo la morte di Marconi, ma purtroppo in seguito
disperse. Maurizio Bigazzi, collaboratore della Fondazione Guglielmo
Marconi, ha ripreso le ricerche sul campo e ottenuto risultati di grandissimo
interesse. In particolare, sulla base di approfondite conoscenze relative
ai molteplici tentativi svolti dal giovane Marconi per la realizzazione
del suo sistema di telegrafia senza fili, è stato individuato
uno dei punti in cui egli lavorò: ora lo possiamo affermare con
certezza poiché nei pressi di un piccolo edificio al tempo chiamato
"granarein" (piccolo granaio), a una cinquantina di metri
da Villa Griffone, è stata ritrovata una lastra metallica di
zinco affondata nel terreno in posizione verticale a una profondità
di circa un metro. E' stato possibile asportare soltanto una parte di
tale lastra, poiché l'ossidazione era tale che parte dello zinco
si è nel tempo dissolta nel terreno.
Tale lastra completava l'apparato trasmettitore (composto da una batteria
di accumulatori, un tasto telegrafico, un rocchetto di Ruhmkorff e un
oscillatore di onde elettromagnetiche) insieme ad un'altra lastra simile
sopraelevata ed elettricamente isolata rispetto al terreno.
Con questo nuovo sistema denominato "antenna-terra", Marconi
riuscì a irradiare quantità di energia notevolmente maggiori
rispetto a quelle emesse dagli apparati usati per ricerche di laboratorio
sulle onde elettromagnetiche. Questo fatto si rivelò fondamentale
per la possibilità di comunicare a distanze sempre maggiori negli
spazi liberi attraverso onde elettromagnetiche. Come Marconi cercò
di spiegare in maniera semplice ma efficace, "era stato inventato
l'organo ma erano state dimenticate le canne", paragonando così
l'irradiazione acustica all'irradiazione elettromagnetica ed evidenziando
l'importanza dell'antenna e della presa di terra nelle radiocomunicazioni.
Parte della
lastra ritrovata con ricostruzione delle sue dimensioni reali.
Il
secondo importante ritrovamento testimonia un'evoluzione di questo elemento
che il giovane Marconi modificò attraverso gli innumerevoli esperimenti
svolti nel 1895. Si tratta di un filo di rame rigido avvolto in modo
particolare alla parte superiore del tronco di un vecchissimo cipresso
situato nel giardino di Villa Griffone. Da tale filo, tramite due isolatori
di porcellana, scendeva una trecciola di fili di rame, ricoperta di
guttaperca (materiale isolante). che al momento del ritrovamento si
presentava annerita dall'ossido accumulatosi nel tempo.
La
lunghezza del filo fa' presupporre che durante gli esperimenti svolti
da Marconi esso si estendesse fino alla finestra del suo laboratorio.
Da un'analisi di questa curiosa composizione appare evidente che quel
filo fu uno dei molteplici tipi di antenna che Marconi ideò e
sperimentò per il suo sistema. Dai ritrovamenti effettuati, risulta
evidente l'importanza che il giovane Marconi attribuì all'elemento
antenna nel suo sistema di telegrafia senza fili.
I
miglioramenti che egli apportò attraverso molteplici esperimenti
effettuati nel giardino di Villa Griffone, lo portarono nell'estate
del 1895 a realizzare l'antenna che gli permise "il grande passo":il
superamento della collina dei Celestini. La rievocazione di quel celebre
esperimento è stata effettuata nel 1995, anno del Centenario
Marconiano, in seguito all'accurata ricostruzione dell'antenna che Marconi
descrisse dettagliatamente: essa è composta da un lungo filo
verticale collegato a quattro cubi di
lamiera
metallica e isolati da terra, (si veda la prima immagine). La presenza,
a Villa Griffone, di accurate ricostruzioni degli apparati marconiani
e dei recenti ritrovamenti di materiale utilizzato da Marconi durante
i suoi esperimenti negli anni 1894-95. rende i locali della Villa adibiti
a museo e il giardino adiacente un luogo di notevole interesse per la
storia delle radiocomunicazioni.
Marconi
fotografato davanti Villa Griffone, nella prima versione si vede Marconi
in un ambiente familiare,
mentre nella seconda si vede marconi solitario e altero.
La prima fotografia e' sicuramente originale, mentre la seconda e' stata
ritoccata in periodo piu' tardo
Il
Museo di Villa Griffone, caratterizzato dalla compresenza di apparati
storici, ipertesti, filmati, dispositivi interattivi ed un programma
di esperienze didattiche sulla storia dell'elettricità e della
radio.
L'accesso al Museo e' possibile solo su prenotazione e tramite visita
guidata.
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi alla segreteria della Fondazione
Guglielmo Marconi:
Tel. 051.846121/051.846222 dal lunedì al venerdì dalle
10 alle 13.OO e dalle 14.30 alle 16.30.
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