L’idea
fissa che da qualche tempo assillava Guglielmo Marconi era il collegamento
di telegrafia senza fili che mettesse in collegamento l’Europa
e l’America, dimostrando così, praticamente, che era
possibile superare l’ostacolo costituito dalla curvatura terrestre.
Molti
scienziati ritenevano infatti che le onde radio si propagassero orizzontalmente,
come una linea retta, e quindi, essendo la terra rotonda, sarebbe
stato impossibile collegare due punti che si trovassero oltre l’orizzonte,
tanto distanti l’uno dall’altro.
Ma il motto di Marconi era “cercare osando”, per cui sostenuto
dalle risorse economiche della sua Società “Marconi’s
Wireless Telegraph Ltd.” e dalle sue convinzioni, derivate da
conoscenze sia teoriche che sperimentali, cominciò i preparativi
che gli avrebbero permesso di tentare l’esperimento.
Il compito di progettare la nuova e potente stazione radio, cento
volte più potente di quelle finora realizzate, fu affidato
a John Ambrose Fleming, professore dell’Università di
Londra, esperto di correnti alternate e di alta tensione, nominato
da poco consulente della Società Marconi. Della costruzione
fu incaricato l’ing. Vyvyan, uomo molto pratico e tecnico valente.
Nel gennaio 1901 iniziarono i test sperimentali con l’isola
di Wight che convinsero definitivamente Marconi che il collegamento
di telegrafia senza fili con l’America fosse attuabile.
Il trasmettitore di Poldhu rappresentava quanto di meglio si potesse
costruire con la tecnologia disponibile e riassumeva tutti i perfezionamenti
resi possibili dagli esperimenti precedenti.
La stazione trasmittente aveva una forma ed una struttura inusuale.
L’antenna era infatti costituita da venti piloni in legno, alti
sessanta metri, infissi nel terreno lungo una circonferenza del diametro
di sessantasei metri. Questi alti pali sostenevano ben 400 cavi
elettrici che convergevano, con la forma di un cono rovesciato, su
un edificio, posto al centro della circonferenza, dove venivano collegati
all’apparato trasmittente posto all’interno dell’edificio
stesso.
Figura:
Stazione trasmittente di Poldhu distrutta da un fortunale nel settembre
1901
Nel
marzo del 1901, Marconi partì dunque per l’America alla
ricerca di un sito adatto per costruire una stazione ricevente.
La scelta cadde sulla località di South Wellfleet, nei pressi
di Cape Cod nel Massachussets (Stati Uniti); l’ing. Vyvyan,
un collaboratore di Marconi, ebbe l’incarico di costruire la
stazione dotata di una antenna identica a quella di Poldhu.
La scelta costruttiva dell’antenna non si rivelò purtroppo
felice, il 17 settembre 1901 infatti l’antenna di Poldhu fu
semidistrutta da un forte temporale che abbatté una buona parte
dei pali che sostenevano l’antenna a forma di cono rovesciato;
poche settimane più tardi la stessa sorte toccò all’antenna
di Cape Cod che nel frattempo era stata quasi completata. Nel giro
di poche settimane tutto il lavoro preparatorio, frutto di ingenti
investimenti tecnici ed economici, venne spazzato via.
Marconi
non si scoraggiò e, sostenuto anche dai successi commerciali
che nel frattempo incontravano le sue stazioni radio installate su
un numero sempre maggiore di navi di molti Stati Europei e Americani,
decise di costruire a Poldhu una nuova antenna più semplice
e più robusta formata da due soli piloni, alti 45 metri e distanti
50 metri l’uno dall’altro, che sostenevano un cavo dal
quale pendevano cinquantacinque fili ben tesi che convergevano in
basso in un unico punto, formando come un grande ventaglio.
Figura:
Antenna di Poldhu nella forma che ha permesso il collegamento con
Saint John’s di Terranova
Il
nuovo apparato trasmittente fu sperimentato, con grande successo,
eseguendo un collegamento con la nuova stazione di telegrafia senza
fili di Crookhaven, posta a 360 chilometri di distanza sulla
costa occidentale dell’Irlanda.
Il successo di questo esperimento entusiasmò Marconi e lo rese
impaziente e perciò decise di non aspettare la ricostruzione
dell’antenna a Cape Cod, ma di tentare con una antenna ricevente
mobile posta su un aquilone (cervo volante). Il 26 novembre 1901 partì
dunque alla volta dell’isola di Terranova (Newfoundland) che
a quel tempo non era ancora una provincia del Canada sud orientale,
ma era una colonia inglese e questa circostanza gli avrebbe facilitato
la parte burocratica dell’impresa. Inoltre Terranova era il
territorio del Continente Americano più vicino all’Europa
e in particolare alla Cornovaglia, la regione in cui si trova Poldhu,
nel comune di Helston, gemellato per questo motivo con il nostro Comune,
Sasso Marconi, sin dal 1968.
Figura:
Posizione geografica di Saint John’s di Terranova e Poldhu (Cornovagli),
i due punti collegati da Marconi nel 1901 con la telegrafia senza
fili.
Marconi,
a bordo del piroscafo Sardinian, era accompagnato dai suoi due più
fidi collaboratori, Kemp e Paget, e portava con sé due casse
contenenti gli ultimi modelli di ricevitori messi a punto e una cesta
di vimini contenente due palloni e sei cervi volanti (aquiloni). Come
già detto, Marconi aveva infatti deciso di non avvalersi, per
mancanza di tempo, di una antenna ricevente fissa, ma di utilizzare
una antenna sostenuta ed innalzata dai cervi volanti e dai palloni
riempiti con gas leggero.
Il 6 dicembre 1901 Marconi e i suoi collaboratori sbarcarono a Saint
John’s di Terranova, Marconi desiderava tenere segreto l’esperimento
che stava tentando per due buone ragioni: voleva poter lavorare tranquillamente
senza l’assillo dei giornalisti e desiderava creare un alone
di mistero che avrebbe amplificato l’effetto del suo successo
arrivato a sorpresa, senza, d’altro canto, esporsi a critiche
nel caso in cui l’esperimento avesse avuto bisogno di tempo
o addirittura non fosse riuscito.
Marconi
appena sbarcato si presentò al governatore dell’isola
per chiedere il permesso e la collaborazione per eseguire esperimenti
di radiotelegrafia con le navi in navigazione su quei mari, e per
dare maggiore credibilità alla notizia telegrafò ad
alcune compagnie di navigazione per chiedere gli orari dei transiti
delle navi dotate di apparecchi radiotelegrafici, nelle acque prossime
a Terranova per poter comunicare con le navi stesse.
Apparentemente Marconi si apprestava quindi ad eseguire normali esperimenti
di radiotelegrafia, e quindi il suo arrivo a Saint John’s non
creò particolari emozioni o scalpore, soltanto il giornale
di New York, l’”Herald” (per conto del quale nel
1899 Marconi aveva seguito le regate della Coppa d’America trasmettendo
in tempo reale l’andamento delle regate stesse) aveva mandato
un inviato per seguire gli esperimenti, ma anche al giornalista Marconi
disse trattarsi di esperimenti di radiotelegrafia terra-mare e questa
fu la notizia che il giornale pubblicò, senza suscitare quindi
particolare interesse.
Nessuno d’altronde avrebbe potuto realisticamente pensare che
Marconi volesse sperimentare il collegamento Europa-America fra due
stazioni distanti 3400 km; a quel tempo la telegrafia senza fili era
agli inizi, pochi la conoscevano e per molti più che una nuova
invenzione dovuta a sperimentazioni scientifiche assidue e costanti,
era una magia. Gli ingegneri per spiegare come funzionava la telegrafia
senza fili ricorrevano all’esempio di un sasso scagliato in
uno specchio d’acqua: la sua caduta forma una serie di onde
concentriche che si allargano con cerchi sempre più grandi
e un pezzo di legno che galleggia sulla superficie dell’acqua
viene sballottato da ogni onda in successione. Il sasso può
essere paragonato alla stazione trasmittente, lo specchio d'acqua
all'atmosfera ed il pezzo di legno che viene fatto ondeggiare alla
stazione ricevente.
Marconi
scelse come luogo per eseguire gli esperimenti Signal Hill, una collina
che domina il porto di Saint John’s e sulla cui sommità
sorgeva una torre faro dedicato al celebre navigatore italiano Giovanni
Caboto.
Lunedì 9 Dicembre, appena tre giorni dopo il suo arrivo, iniziò,
assieme ai suoi due assistenti, a preparare i palloni e gli aquiloni,
le antenne e la stazione ricevente; contemporaneamente telegrafò
(ovviamente via cavo) alla stazione di Poldhu di trasmettere, a partire
dal giorno 11, tutti i giorni dalle 11,40 alle 14,40 i tre punti
dell’alfabeto Morse che rappresentavano la lettera “S”.
Mercoledì 11 Marconi e i suoi due assistenti, riuscirono ad
alzare l’antenna ponendola su un pallone del diametro di 4 m
gonfiato con gas leggero, ma il forte vento ruppe il cavo con cui
veniva trattenuto ed il pallone finì in mare.
Puntualmente il giornalista dell’Herald segnalò ai suoi
lettori il primo insuccesso nel tentativo di collegarsi con le navi
in transito.
Il giorno successivo, giovedì 12 Dicembre 1901, Marconi decise
di far salire l’antenna con i cervi volanti (aquiloni) come
bene descrive il suo assistente Paget: “Quella mattina riuscimmo
a far salire un aquilone fino a centoventi metri. Volò sopra
l’Atlantico in tempesta, balzando su e giù nel vento
e tirandosi dietro i centottanta metri di filo dell’antenna.
Il vento ululando creava vortici attorno all’edificio dove,
in una stanza buia, con un tavolo, una sedia, una qualche cassa, il
signor Kemp stava al ricevitore, e il signor Marconi sorbiva una tazza
di cacao in attesa del suo turno di ricevere i segnali che ci stavano
trasmettendo da Poldhu. O almeno lo speravamo”.
Il momento
magico che avrebbe cambiato la storia delle comunicazioni stava arrivando,
e chi meglio dello stesso Guglielmo Marconi può descrivercelo
con le sue parole:
“ Era appena passato il mezzogiorno del 12 dicembre
1901, quando mi portai all’orecchio una metà della cuffia
e mi misi ad ascoltare. Sul tavolo dinanzi a me il ricevitore era
assai rudimentale, poche spire di filo, qualche condensatore, un conduttore,
niente valvole, niente amplificatore, niente galena. Stavo per mettere
finalmente alla prova l’esattezza di tutte le mie convinzioni.
Per questo esperimento si rischiavano almeno 50.000 sterline e per
giungere ad un risultato che alcuni matematici dell’epoca avevano
dichiarato impossibile. Il problema fondamentale era se le onde radio
potessero o no essere bloccate dalla curvatura della terra. Io ero
sempre stato convinto del contrario ma alcuni scienziati sostenevano
che la rotondità della terra avrebbe impedito le comunicazioni
a grande distanza, come era il caso nel tentare di attraversare l’Atlantico.
La prima e definitiva risposta a tale problema mi venne alle ore 12,30.
All’improvviso verso le dodici e mezza, risuonò il secco
"clic" del martelletto contro il conduttore, segno che qualcosa stava
per succedere. Ascoltavo attentissimo. Evidenti mi suonarono nell’orecchio
i tre "clic" corrispondenti ai tre punti dell’alfabeto Morse;
ma volevo una conferma per considerarmi pienamente sicuro.
Sente nulla signor Kemp? Dissi porgendo la cuffia al mio assistente.
Kemp sentì, ma non Paget che era un po’ sordo. Capii
allora che i miei calcoli erano stati perfettamente esatti. Le onde
elettriche inviate da Poldhu avevano superato l’Atlantico, ignorando
tranquillamente la curvatura della terra che molti increduli stimavano
essere un ostacolo insuperabile, ed influenzavano ora il mio ricevitore
a Terranova. Compresi allora non essere lontano il giorno in cui avrei
potuto inviare veri e propri messaggi senza fili attraverso l’Atlantico
(il primo messaggio pubblico avvenne il 12 gennaio 1903 da Cape Cod,
negli USA).
La distanza era superata: adesso non restava che perfezionare l’apparato
di ricezione e di trasmissione. Dopo breve tempo i segnali cessarono,
evidentemente a causa del mutare dell’altezza dell’aquilone.
Ma ancora tra le 13,10 e le 13,20, i tre secchi brevi clic si sentirono
distintamente, senza timore di errore: circa venticinque volte in
tutto.
Sabato, 14 Dicembre, si fece un ulteriore tentativo per ottenere una
ripetizione dei segnali, ma a causa di alcune difficoltà con
l’aquilone, dovemmo rinunciare al tentativo. Tuttavia non era
più possibile dubitare che l’esperimento fosse riuscito
e quel pomeriggio del 14 Dicembre mandai un cablogramma al maggiore
Flood Page, direttore responsabile della Società Marconi, per
informarlo che i segnali era stati ricevuti, ma che le condizioni
del tempo rendevano estremamente difficile continuare gli esperimenti
(il testo del telegramma inviato via cavo era il seguente: “SIGNAL
RECEIVED – Marconi”: Essenziale ma molto chiaro).
Quella sera stessa diedi la notizia alla stampa, a Saint John’s
donde fu telegrafata in ogni parte del mondo”
I
giornali di tutto il mondo diedero grande rilievo alla notizia anche
se molti insinuavano il dubbio sulla veridicità delle affermazioni
di Marconi:
Il
“Daily Telegraph” scriveva: “ Nonostante la dichiarazione
dettagliata e firmata dal signor Marconi… non esiste la tendenza
ad accettare come conclusiva la sua testimonianza, che cioè
il giovane inventore abbia risolto il problema della telegrafia senza
fili attraverso l’Atlantico. Nella City predomina lo scetticismo:
’una rondine non fa primavera’ e così una serie
di S non fa l’alfabeto Morse. L’opinione più diffusa
è che non siano stati raggi elettrici, ma onde elettromagnetiche
prodotte da scariche elettriche dell’atmosfera ad agire sui
sensibilissimi strumenti di registrazione. Alcuni attribuiscono queste
correnti vaganti alla presenza di una nave munita di apparecchi Marconi
che si trovava entro un raggio di duecento miglia dalla stazione di
St. John’s, il giorno dell’esperimento”.
Il
“New York Times”, giornale più vicino e più
favorevole a Marconi titolò “Segnali di telegrafia
senza fili attraverso l’Atlantico – Marconi dice di averli
ricevuti dall’Inghilterra” l’articolo poi proseguiva
“Guglielmo Marconi ha annunciato stasera la più meravigliosa
conquista scientifica dei tempi moderni. Egli afferma di aver ricevuto
dei segnali elettrici attraverso l’Oceano Atlantico da una stazione
situata in Cornovaglia”.
Il
più bel resoconto lo fece il giornalista Ray Stannard Baker
che scrisse: “Un cavo per meraviglioso che sia costituisce
una connessione tangibile e materiale fra chi parla e chi ascolta.
Ma qui non c’è che lo spazio, da una parte dell’Oceano
un palo con un filo appeso, dall’altra un precario aquilone
che si dibatte in aria. E fra l’uno l’altro passa il pensiero.”
Come
si può notare la reazione della stampa fu un misto di critiche,
di dubbi e di euforia, la reazione tra la gente comune fu invece di
entusiasmo e di magia dovuta ad una comprensibile incredulità
dal punto di vista scientifico; già era difficile credere che
un messaggio potesse transitare lungo un cavo elettrico, pensare che
potesse trasmettersi attraverso l’etere, senza nessun ausilio
di conduttori che collegassero i due punti, era certamente entusiasmante,
ma altrettanto inspiegabile e difficile da comprendere.
Il mondo scientifico era invece il più restio ad accettare
la veridicità dell’accaduto; secondo la loro teoria,
l’onda elettromagnetica partita da Poldhu, trasmettendosi in
modo rettilineo doveva passare ad una altezza di 200 km sopra il cielo
di St. John’s, e quindi non era possibile poterla ricevere.
Nessuno metteva in dubbio la buona fede dello Scienziato, semplicemente
c’era la convinzione che si trattasse di un falso segnale dovuto
ad interferenze. Come sempre si faceva fatica ad accettare che l’ordine
costituito potesse essere messo in discussione.
Il
governatore di Terranova, Sir Cavendish Boyle, si rese immediatamente
disponibile a collaborare per costruire una stazione ricevente e trasmittente
sul suo territorio, in tal senso Marconi il giorno 16 dicembre
si recò a Capo Spear per cercare un sito idoneo ad innalzare
l’antenna, ma al suo ritorno a St. John’s trovò
una spiacevole sorpresa: la Compagnia dei cavi “Anglo-American
Telegraph Company” che deteneva il monopolio delle comunicazioni
telegrafiche a Terranova, in base ad una legge che le aveva concesso
l’esclusiva per cinquanta anni, avendo ben compreso l’importanza
del successo dell’esperimento eseguito da Marconi nel campo
delle comunicazioni,, gli intimò tramite un legale di cessare
subito gli esperimenti e di rimuovere gli apparecchi.
Per Marconi fu un duro colpo dover abbandonare gli esperimenti e smontare
le apparecchiature, ma nello stesso tempo questa reazione così
dura della Compagnia dei cavi lo convinse che in fondo il successo
del suo esperimento veniva preso seriamente.
Il
governo del Canada, Paese confinante con il territorio inglese di
Terranova, si offrì immediatamente a finanziare con 75.000
dollari la costruzione di una nuova e potente stazione trasmittente
e ricevente sul suo territorio; Marconi, accompagnato dai fidi Paget
e Kemp, partì dunque da Terranova diretto in Nuova Scozia,
che è una Regione canadese confinante, dove con un treno speciale
percorse la costa alla ricerca di un posto adatto per installarvi
la stazione radio. La località fu individuata nei pressi di
Glace Bay, in un lembo di terra circondato da scogli, chiamato Table
Head. In questa località canadese venne quindi costruita la
prima stazione radio in grado di trasmettere con l’Europa e
che iniziò le trasmissioni nel 1902.
Marconi
venne invitato a recarsi a New York e, al suo arrivo, un gruppo di
scienziati ed industriali sotto gli auspici dell’Associazione
degli Ingegneri “American Institute of Elecrtical Engineers”
e con la collaborazione della rivista scientifica “Elecric
Word” organizzarono un banchetto in suo onore, ma si accorsero
ben presto che molti scienziati erano molto restii ad aderirvi per
i dubbi che ancora persistevano sulla veridicità della riuscita
del collegamento transoceanico.
Determinante per ristabilire la verità e la fiducia sul successo
della trasmissione eseguita da Marconi, fu il contributo dato dal
Prof. Pupin, docente di elettrotecnica all’Università
della Columbia che dichiarò pubblicamente: “Credo
fermamente che Marconi sia riuscito ad inviare segnali tra la costa
di Terranova e quella della Cornovaglia inglese mediante il suo sistema
di telegrafia senza fili…e ha provato in modo conclusivo come
la curvatura della terra non sia un ostacolo per la telegrafia senza
fili… A Marconi spetta il merito di aver spinto innanzi la sua
opera con grande tenacia ed intelligenza, e si deve solo rimpiangere
che molti cosiddetti scienziati stiano cercando di lavorare attorno
ai brevetti Marconi, privando così lui ed i suoi collaboratori
dei meriti e dei benefici derivanti da un’opera che spetta esclusivamente
a loro”.
Nonostante
le difficoltà iniziali il ricevimento tenutosi all’Hotel
“Waldorf Astoria” fu un successo, le dimostrazioni di
ammirazione e di affetto furono numerose e Marconi ne rimase molto
colpito ed onorato.
Dietro il tavolo d’onore su una grande targa campeggiava il
nome “MARCONI” scritto con tante lampadine accese. Appese
alle due pareti opposte stavano due targhe, su una era scritto “Poldhu”,
nell’altra “St. John’s”; le due targhe erano
collegate da un simbolico filo su cui erano appese delle lampadine
che ad intermittenza si accendevano per fare apparire i tre punti
della lettera “S” dell’alfabeto Morse; i tre punti
ricevuti da Marconi a St. John’s.
Tra gli altri inviò un messaggio Thomas Alva Edison, il grande
scienziato americano che scrisse: “Mi dispiace di non essere
presente per porgere i miei ossequi a Marconi. Mi piacerebbe conoscere
questo giovane che ha avuto la monumentale audacia di tentare e di
riuscire a lanciare un’onda elettrica attraverso l’Atlantico…..”
Al
termine del banchetto Marconi tenne un discorso di ringraziamento
che trovò molto interesse e che fu così commentato dal
“New York Times”: “ Le parole di Marconi sono
state così modeste, così spoglie da qualsiasi esagerazione
volta a fini commerciali, così generose nel riconoscere il
debito verso gli scienziati pionieri della ricerca lungo tracce da
lui seguite, così franche nel rendere merito ai vivi e ai morti,
e tuttavia così caute nel preannunciare quali saranno gli sviluppi
dell’opera che sta conducendo, che tutti i presenti intesero
doversi a Marconi non soltanto l’onore delle sue scoperte nel
campo della meccanica, ma anche il più alto onore che spetta
a chi sa subordinare alla verità ogni gelosia e rivalità
professionale”.
Guglielmo
Marconi, il giovane Scienziato italiano che era riuscito a stupire
il mondo con la sua invenzione e con la sua intraprendenza, aveva
27 anni.
Giuliano
Nanni
Bibliografia:
Maria
Cristina Marconi: Mio marito Guglielmo – Rizzoli
Giancarlo Masini: Guglielmo Marconi – UTET
Orrin E. Dunlap: Marconi – Bompiani
Pietro Poli: L’opera tecnico scientifica di G. Marconi –
C & C