Riceviamo e Pubblichiamo
nei ricordi di Alberto Berti
Da: Alberto Berti
Date: 12 marzo 2015 16:59
Oggetto: Colonia Elioterapica Assunta Panterna di Idice
Raccolgo soltanto ora - 9 marzo 2015 - il vostro invito di tanti anni fa riguardo alla Stazione Radiofonica di S.Lazzaro di Savena (BO) operante nel fabbricato costruito quale Colonia Elioterapica
Assunta Panterna a Idice, frazione del comune di San Lazzaro di Savena (BO).
Anzitutto Vi sono grato di avere tratto dalla damnatio memoriae del periodo tra le due guerre mondiali
questo argomento a me tanto caro perché associato alla rievocazione di mio padre e della mia età
giovanile.
Sono Alberto Berti, novantenne, nato a Bologna nel 1924, ma vissuto fino a venti anni nell'ambito
del Comune di San Lazzaro. Sono quindi un testimonio diretto e partecipe, seppure indirettamente,
alle vicende relative alla costruzione della Colonia Elioterapica di Idice.
Infatti mio padre, dottor Gianni Berti, classe 1893, era medico condotto di San Lazzaro, per il territorio
che comprendeva la frazione di Idice, e fu anche Segretario Politico del Fascio locale per alcuni anni.
Durante quel periodo, venne attivata l'assistenza ai bambini in età scolare più bisognosi di trascorrere
un periodo di tempo estivo in un ambiente salubre, con sana alimentazione. Da principio e per i primi
tempi tale attività, svolta nell' ambito di competenza della G.I.L ( Gioventù Italiana del Littorio ), venne attuata provvisoriamente sul greto del torrente Idice, in località Case Nuove, dove vennero installati
dei tendoni forniti di suppellettili domestici ad uso cucina, e in cui vennero ricavati spazi per la mensa, dotati di tavoli e sedie, nonché del dormitorio con sdrai per la siesta dei bambini.
Occorre aver presente che la popolazione dell'intero Comune di S.Lazzaro contava poco più di
cinquemila abitanti a quell'epoca, mentre oggi supera quota trentamila. Di conseguenza le esigenze
erano proporzionate ad un numero limitato di utenti.
Così San Lazzaro ebbe la sua modesta colonia elioterapica. Ma dopo alcuni anni, il Direttorio locale
del Partito si rese conto che la sua precarietà era diventata troppo lunga, per cui stava per essere...
definitiva. Urgeva quindi darle un assetto stabile e decoroso, in linea con la sua importanza sociale
ed il livello delle innumerevoli Colonie Marine e Montane di cui erano costellate le spiagge e le montagne della nostra Nazione.
Ma questo proponimento, in tempo di guerra come eravamo, richiedeva un impegno finanziario troppo
gravoso rispetto alle disponibilità alquanto limitate al momento.
Il Direttorio fu quindi del parere che per riuscire nell'intento bisognava ricorrere ad una campagna
economica, sollecitando contribuzioni dai compaesani più abbienti.
Non occorse tempo ne impegno per ottenere il successo di questa sottoscrizione fondata sulla generosità e solidarietà dei conferenti. Infatti Il dottor Berti, medico condotto oltre che Segretario del
Fascio, passando mentalmente in rassegna i suoi amici incontrati per motivi professionali, si ricordò
tra questi del Commendator Panterna, facoltoso commerciante import/export, proprietario a Idice di
una lussuosa villa con vasto parco alberato per la sua villeggiatura, ancora oggi esistente.
Il Comm. Panterna aveva da tempo manifestato il desidero di dedicare alla memoria della defunta
consorte una quota di capitale donata ad una istituzione o fondazione già esistente. Quando il dottor
Berti gli propose di contribuire alla costruzione della Colonia fluviale, in vicinanza della sua villa, chiese
l'ammontare del costo complessivo dell'opera ed ottenutane risposta, senza scomporsi, replicò che
sarebbe stato suo desiderio di assumere interamente il finanziamento della Colonia che intendeva
offrire in dono per onorare la memoria della moglie con quell'atto di solidarietà sociale.
La Colonia fu costruita con la velocità e cura che erano una caratteristica delle iniziative pubbliche di
quel tempo, ed entrò in funzione nell'estate del 1942, terzo anno di guerra.
Nota personale: due sorelle dello scrivente, studentesse universitarie, si prestarono come vigilatrici, gratuitamente come volontarie, secondo l'etica corrente per tutte le attività direttive o
esecutive del Partito Nazionale che impegnavano solo parte della giornata lavorativa.
Considerando che il Comune di S.Lazzaro di Savena ricorda ai posteri i suoi cittadini più degni e
meritevoli per le loro opere, con lapidi marmoree o mediante la toponomastica stradale, sarebbe
doveroso da parte del Sindaco rievocare alla memoria dei concittadini la costruzione di pubblica utilità
quale fu la la Colonia Elioterapica - Assunta Panterna di Idice, donata alla collettività in segno dì
solidarietà sociale con la cittadinanza.
A tale scopo si dovrebbe collocare nell'area già occupata dalla Colonia distrutta da eventi bellici, un
cippo di marmo con l'iscrizione della funzione dell'opera e della persona cui cui era dedicata la
donazione.
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Mi sono dilungato nei particolari della cronaca relativa alla realizzazione della Colonia di Idice, perché
ritengo che allo storico interessi anche descrivere il clima di solidarietà sociale (neologismo del vocabolo desueto "patriottismo") che la favorì.
Complimenti al Vostro Comitato, custode ed esploratore del nostro passato degno di essere ricordato.
Auguri e saluti cordiali.
Alberto Berti
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Da: Alberto Berti
Date: 14 marzo 2015 19:45
Oggetto: Re: richiesta di autorizzazione
Vi sarò grato se vorrete pubblicare la mia Email nella sezione del Vostro sito dedicata alla Colonia Panterna.
Mi permetto di aggiungere che sarebbe certamente interessante per il Comune di San Lazzaro arricchire il proprio archivio storico, sempre che sia possibile da parte Vostra, con le Vostre ricerche sulla sfortunata Colonia di Idice, costruita nel 1942 per consentire le cure solari ai bambini disagiati, convertita in stazione radio trasmittente in tempo di guerra, ridotta dai bombardamenti aerei in macerie quindi disperse, in fine condannata all'obbligo tombale.
Grazie e cordialità.
Alberto Berti
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